“Prendimi come sono” raccoglie la corrispondenza tra
un detenuto nelle prigioni americane e l’autrice del libro. Non solo. Uno
spazio riguarda l’approfondimento degli istituti giuridici del diritto penale
americano. Sono riportati dati oggettivi col tentativo di rendere chiaro al
lettore non solo i deficit del sistema americano, ma anche quelli di altri
Paesi (tra cui quello italiano).
È comunque la corrispondenza tra il giovane detenuto
americano e la scrittrice a rimanere l'ossatura principale del libro, così che,
quanto scritto nell’analisi del sistema, possa essere ricollegato al “vissuto”
di chi, quel sistema, deve suo malgrado viverlo giorno dopo giorno. Tim (il
nome del giovane è stato modificato) ci racconta le sue sofferenze ma anche le piccole
soddisfazioni personali che riesce a ottenere affrontando quel mondo duro e
difficile, dove l’individuo attiva risorse insospettabili se intende
salvaguardare il suo essere dall’abbruttimento morale o dallo squilibrio
mentale.
Quello di Laura Melis è uno spaccato profondamente
interessante di una realtà, quella carceraria, che ci insegna, soprattutto a
noi donne e uomini “liberi,” che la speranza e la luce si annidano in risorse
che tutti noi abbiamo, e che dobbiamo solo imparare ad attivare soprattutto in
un periodo come questo che ci ha visti coinvolti recentemente, in cui la mente e spirito sono
stati messi a dura prova dalle restrizioni della pandemia del secolo.
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