mercoledì 23 febbraio 2022

Sinossi del libro "Prendimi come sono," di Laura Melis.


 

“Prendimi come sono” raccoglie la corrispondenza tra un detenuto nelle prigioni americane e l’autrice del libro. Non solo. Uno spazio riguarda l’approfondimento degli istituti giuridici del diritto penale americano. Sono riportati dati oggettivi col tentativo di rendere chiaro al lettore non solo i deficit del sistema americano, ma anche quelli di altri Paesi (tra cui quello italiano).

 

È comunque la corrispondenza tra il giovane detenuto americano e la scrittrice a rimanere l'ossatura principale del libro, così che, quanto scritto nell’analisi del sistema, possa essere ricollegato al “vissuto” di chi, quel sistema, deve suo malgrado viverlo giorno dopo giorno. Tim (il nome del giovane è stato modificato) ci racconta  le sue sofferenze ma anche le piccole soddisfazioni personali che riesce a ottenere affrontando quel mondo duro e difficile, dove l’individuo attiva risorse insospettabili se intende salvaguardare il suo essere dall’abbruttimento morale o dallo squilibrio mentale.

 

Quello di Laura Melis è uno spaccato profondamente interessante di una realtà, quella carceraria, che ci insegna, soprattutto a noi donne e uomini “liberi,” che la speranza e la luce si annidano in risorse che tutti noi abbiamo, e che dobbiamo solo imparare ad attivare soprattutto in un periodo come questo che ci ha visti coinvolti  recentemente, in cui la mente e spirito sono stati messi a dura prova dalle restrizioni della pandemia del secolo.

Tim, un ragazzo dagli occhi tristi


    Ad agosto 2020 sono 28 gli Stati federali americani che prevedono ancora la pena di morte e tra questi c'è il North Carolina, dove le esecuzioni vengono effettuate utilizzando la camera a gas o per iniezione letale. Ed è proprio da  questa terra per me così lontana e sconosciuta che inizia la corrispondenza con Tim.

 

        Ricordo ancora che sfogliando tra i profili dei “Prisoners” del sito web apposito per scrivere a dei detenuti Americani vidi la sua foto, gli occhi tristi, il viso giovane, un adolescente perduto. Andai avanti senza selezionarlo subito, ma quegli occhi mi seguivano e nonostante  continuassi a scorrere le pagine (degli altri detenuti), la mia mente mi diceva di tornare indietro.

 

        Cosa mi aveva colpito veramente? Forse la descrizione che aveva dato di se stesso, così accurata ed essenziale allo stesso tempo. Già  da quelle poche righe sembrava non volesse dare adito a fraintendimenti, percepii il suo intento di voler dire esattamente ciò che pensava  senza lasciare spazio a interpretazioni.  Forse gli occhi di una di quelle anime che hanno agito senza nessun tipo di consapevolezza, in un mondo ancora troppo grande per trovare la via giusta, se via giusta c'è. Quegli occhi mi dicevano: “Scrivimi.” Scrivimi senza nessuna compassione per me o la mia vita, scrivimi senza chiedermi di essere diverso, scrivimi senza sentirti obbligata o misericordiosa.

 

        Semplicemente se vuoi fermarti un momento ed essere una  compagna di passaggio sulla terra, scrivimi. Cosi ho fatto e così fu. Due anni diluiti nel tempo  di corrispondenza lenta e profonda. In questo momento di Pandemia e isolamento, che certo qualche anno fa mai mi sarei aspettata di vivere, ritrovo le lettere di Tim ancora più cariche di verità e significato.

       

        “Goditi la tua libertà”, mi ha scritto, “tu che puoi sentire il vento sul viso, goditi la quotidianità delle piccole cose.” Quante volte ho sentito queste parole da chi la libertà magari l'aveva perduta, o non l'aveva mai conosciuta, grandi motivatori che aiutano le persone ad andare avanti parlando della propria esperienza, di come hanno iniziato ad apprezzare la vita magari in seguito a un incidente o a una grave malattia da cui poi sono usciti più forti di prima.

 

Il brano è tratto dal libro “Prendimi come sono,” di Laura Melis, Marzo 2022.

Il tuo potere su di me.


 3 marzo 2015

 

Laura,

ciao bellissima!

Prima di tutto devo chiederti scusa per non averti riscritto dopo che ho ricevuto la tua ultima lettera. Ma prima di questa sono stato quasi 3 mesi senza sentirti. Per quasi tutti i giorni ho aspettato nella mia cella guardando gli ufficiali mentre consegnavano la posta nella speranza di ricevere una tua lettera, e quando finalmente l'ho ricevuta ero arrabbiato con te per aver fatto passare così tanto tempo. Per questo,  invece di scriverti subito come faccio di solito, ho deciso di aspettare un po', volevo farti attendere. E appena mi hai scritto di nuovo...

 

Vedi, stavo iniziando a provare dei sentimenti per te e mi ha fatto male quando giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese non ho ricevuto tue notizie. Ho sperimentato l'infelicità più dolorosa mentre aspettavo la tua lettera e poi la felicità e la gioia più grandi quando finalmente l'ho ricevuta. Quindi per proteggere me stesso da quella infelicità non ti ho riscritto. E pensare che non riscrivendoti non sarei dovuto stare lì tutti i giorni ad attendere che tu lo facessi di nuovo. Ti ricordi quando ti ho detto che non mi piace preoccuparmi per qualcuno perché questo gli dà potere su di me? Questo significa che se qualcuno di cui mi preoccupo smette di scrivermi o impiega mesi per farlo questo mi ferisce. Questo dà agli altri  potere su di me. Tu hai il potere di ferirmi non scrivendomi. Lo capisci?

 

Comunque no, io non ho ricevuto nessun libro da te, altrimenti ti avrei scritto subito per dirti grazie, come faccio sempre quando qualcuno m'invia qualcosa. Dovresti cercare di contattare l'azienda dove l'hai ordinato per scoprire cosa è successo e riavere i soldi. Grazie per aver tentato d'inviarmi un libro Laura, lo apprezzo davvero. Cerca di farti restituire i soldi però. Ancora una volta grazie, significa molto per me.

 

Il brano è tratto dal libro “Prendimi come sono,” di Laura Melis, Marzo 2022.

mercoledì 9 febbraio 2022

Sentimenti vissuti all'interno del carcere




 

    Uno studio interessante per capire le dinamiche carcerarie è quello dello psicologo statunitense Philip Zimbardo, noto come “L'ideatore dell'Esperimento Carcerario di Stanford.” A un gruppo di studenti furono attribuiti a caso i ruoli di "guardia" e "detenuto," in un ambiente carcerario simulato. Dopo una settimana lo studio fu interrotto perché quei normalissimi studenti si erano trasformati in guardie brutali e in detenuti emotivamente distrutti. Zimbardo descrive come certe dinamiche di gruppo possano trasformare uomini e donne perbene in individui estremamente violenti, permettendoci dunque di comprendere meglio fenomeni di aggressività e violenza.

 

        Il carcere è un luogo di sepolti vivi, dove il sovraffollamento e la sofferenza sono la vera realtà. Sovraffollamento vuol dire inevitabilmente minor vivibilità per i detenuti. La detenzione modifica tutto, i pensieri e i sentimenti in una sorta di deprivazione umana e sociale.

 

I detenuti sono individui che all’ingresso in carcere prendono coscienza della lontananza dagli affetti e dalle proprie abitudini. Subentra poi l’angoscia, la presa di coscienza del reato commesso, i sensi di colpa. Finalità primaria della carcerazione è il riadattamento sociale che implica la comprensione del buon uso della libertà, cercando di far emergere le qualità e i buoni sentimenti, orientando verso un equilibrato indirizzo di vita sociale e familiare per evitare di ricadere  negli stessi errori.

 

        Il Professor Vittorino Andreoli, psichiatra e scrittore, basandosi sul suo lavoro svolto a contatto con persone che hanno commesso crimini orribili riferisce di aver  incontrato uomini capaci di gesti e sentimenti straordinari, convincendolo che “ogni uomo in carcere deve essere aiutato a ritornare nella società, per dare tutto quanto è in grado di donare in generosità e amore.”

 

        Il carcere è il luogo dei sentimenti sia del detenuto sia delle guardie che qui passano ore e ore: una vita dentro il carcere per seguire un dovere che è quello della sopravvivenza propria e della rispettiva famiglia. Oltre che queste figure, continua il professore, c’è bisogno anche di professionisti che aiutino a capire e che animino il desiderio di uscire dal carcere cambiati a livello  psichico, in condizione di poter esprimere il meglio di sé e non ciò che la legge sociale non può accettare.”

 

Il brano è tratto dal libro “Prendimi come sono,” di Laura Melis, Marzo 2022,

venerdì 4 febbraio 2022

Introduzione




 

        La prigione è un luogo dove vengono reclusi individui privati della propria libertà personale, perché riconosciuti colpevoli di reati per i quali è prevista una pena detentiva.

 

        Il carcere in Italia è lo specchio di una realtà caratterizzata  sempre di più da una popolazione di anziani e dove ci si toglie la vita 13,5 volte di più che all’esterno (nel 2019 si sono uccise 53 persone e più di un detenuto su quattro è in terapia). Le carceri italiane sono sovraffollate, oggi come anche negli anni recenti. La situazione del sovraffollamento era migliorata tra il 2010 e il 2015, ma oggi è ritornata a peggiorare soprattutto negli ultimi anni. Attualmente lo Stato italiano confina più di 60 mila persone in carceri pensate per 50 mila detenuti.

 

        Anche negli Stati Uniti d'America la situazione è difficoltosa. Infatti la popolazione carceraria è la più numerosa tra quelle degli stati del mondo. Il 30 giugno del 2002 per la prima volta venne superata la soglia (fino a oggi non più abbassata) dei due milioni di detenuti nelle prigioni degli Stati Uniti: 2.021.223 per l’esattezza. In grande maggioranza uomini, le donne sono il 12% del totale e la prigione non viene risparmiata ai minorenni. Il boom delle condanne e la severità della loro applicazione, si spiegano con la strategia della “tolleranza zero” che gli USA hanno adottato nell’ultimo decennio.

 

Il crimine costa agli americani 600 e forse più miliardi di dollari l’anno, tra danni, cure mediche, funerali, processi, impiego di forze di polizia, gestione dei penitenziari. A conti fatti, una cifra superiore a quella che gli Stati Uniti spendono in un anno per l’esercito.

 

        Il diritto costituzionale italiano sancisce che “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato,” inoltre, “non è ammessa la pena di morte,” hanno scritto i padri costituenti all’articolo 27. Anche l'VIII emendamento della Costituzione americana prevede che non debbano essere richieste “cauzioni o multe troppo elevate o inflitte punizioni eccessive e crudeli.” La messa in pratica è, in entrambi i casi, molto lontana dal vedersi realizzata.

 

Il brano è tratto dal libro “Prendimi come sono,” di Laura Melis, Marzo 2022,

Sinossi del libro "Prendimi come sono," di Laura Melis.

  “Prendimi come sono” raccoglie la corrispondenza tra un detenuto nelle prigioni americane e l’autrice del libro. Non solo. Uno spazio rigu...