mercoledì 9 febbraio 2022

Sentimenti vissuti all'interno del carcere




 

    Uno studio interessante per capire le dinamiche carcerarie è quello dello psicologo statunitense Philip Zimbardo, noto come “L'ideatore dell'Esperimento Carcerario di Stanford.” A un gruppo di studenti furono attribuiti a caso i ruoli di "guardia" e "detenuto," in un ambiente carcerario simulato. Dopo una settimana lo studio fu interrotto perché quei normalissimi studenti si erano trasformati in guardie brutali e in detenuti emotivamente distrutti. Zimbardo descrive come certe dinamiche di gruppo possano trasformare uomini e donne perbene in individui estremamente violenti, permettendoci dunque di comprendere meglio fenomeni di aggressività e violenza.

 

        Il carcere è un luogo di sepolti vivi, dove il sovraffollamento e la sofferenza sono la vera realtà. Sovraffollamento vuol dire inevitabilmente minor vivibilità per i detenuti. La detenzione modifica tutto, i pensieri e i sentimenti in una sorta di deprivazione umana e sociale.

 

I detenuti sono individui che all’ingresso in carcere prendono coscienza della lontananza dagli affetti e dalle proprie abitudini. Subentra poi l’angoscia, la presa di coscienza del reato commesso, i sensi di colpa. Finalità primaria della carcerazione è il riadattamento sociale che implica la comprensione del buon uso della libertà, cercando di far emergere le qualità e i buoni sentimenti, orientando verso un equilibrato indirizzo di vita sociale e familiare per evitare di ricadere  negli stessi errori.

 

        Il Professor Vittorino Andreoli, psichiatra e scrittore, basandosi sul suo lavoro svolto a contatto con persone che hanno commesso crimini orribili riferisce di aver  incontrato uomini capaci di gesti e sentimenti straordinari, convincendolo che “ogni uomo in carcere deve essere aiutato a ritornare nella società, per dare tutto quanto è in grado di donare in generosità e amore.”

 

        Il carcere è il luogo dei sentimenti sia del detenuto sia delle guardie che qui passano ore e ore: una vita dentro il carcere per seguire un dovere che è quello della sopravvivenza propria e della rispettiva famiglia. Oltre che queste figure, continua il professore, c’è bisogno anche di professionisti che aiutino a capire e che animino il desiderio di uscire dal carcere cambiati a livello  psichico, in condizione di poter esprimere il meglio di sé e non ciò che la legge sociale non può accettare.”

 

Il brano è tratto dal libro “Prendimi come sono,” di Laura Melis, Marzo 2022,

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Sinossi del libro "Prendimi come sono," di Laura Melis.

  “Prendimi come sono” raccoglie la corrispondenza tra un detenuto nelle prigioni americane e l’autrice del libro. Non solo. Uno spazio rigu...